Alla scoperta della pietra leccese

La pietra leccese è una roccia calcarea appartenente al gruppo delle calcareniti mioceniche. È un materiale tipico della regione salentina, noto soprattutto per la sua facilità di lavorazione.
Questa roccia ha una composizione piuttosto omogenea: all’esame petrografico appare costituita principalmente da carbonato di calcio (CaCO3) sotto forma di granuli di calcare (costituito da microfossili e frammenti di macrofossili, intraclasti e pellets) e di cemento calcitico; in percentuale minore si possono trovare glauconite, quarzo, vari feldspati e fosfati, oltre a sostanze argillose finemente disperse (caolinite, smectite e clorite), che, nelle diverse miscele, possono arricchirne il contenuto e determinare le varie sfaccettature del suo carattere, ora duro e resistente, ora tenero e duttile.
La pietra leccese affiora naturalmente dal terreno e si estrae dal sottosuolo in grandissime cave a cielo aperto, profonde fino a cinquanta metri e diffuse su tutto il territorio del Salento. Viene ricavata in forma di parallelepipedi di varia dimensione; l’estrazione è semplice poiché si lascia incidere facilmente. Una volta estratta, con il passare del tempo, la pietra assume una tonalità di colore ambrato simile a quella del miele e diventa dura e resistente.
Di colore dal bianco perla al giallo paglierino, la roccia si presenta compatta e di grana fine. Talvolta nell’estrazione della pietra i cavatori incontrano un altro tipo di pietra leccese di colore grigio scuro, è la cosiddetta pietra leccese nera, che spesso si trova sul fondo, quindi molto rara e pregiata. Ci sonomolte varietà di pietra leccese. Si conoscono, per esempio, la varietà Leccisu, Piromafo, Cucuzzara (cioè tosta, dura), Bianca, Dolce, Saponara e Gagginara.
Per rendere la pietra leccese più resistente alle intemperie, i maestri scultori dell’epoca barocca usavano trattare la roccia con del latte. Il blocco di pietra leccese veniva spugnato o immerso interamente nel liquido; il lattosio, penetrando all’interno delle porosità, creava uno strato impermeabile che preservava la pietra fino a portarla, quasi inalterata, ai giorni nostri.
Utilizzata sia in campo architettonico che scultoreo, la pietra leccese deve la sua particolare lavorabilità alla presenza di argilla, che permette un modellamento al tornio e persino manuale.
Allo stesso tempo possiamo lavorarla con i nostri pantografi.
Creando dei bassorilievi con i programmi cad, essa può essere lavorata con molta facilità, a velocità molto alte e ad asportazione di grande quantità di materiale rispetto ad altre pietre più dure. Il risultato delle lavorazioni è molto simile a quelle del marmo, anche se, la pietra leccese non consente di esser lucidata, infatti, per poter ottenere lo stesso risultato, dobbiamo eseguire dei trattamenti con delle resine adatte.
Alla fine di ogni nostra lavorazione, inoltre, la pietra leccese, può essere rifinita con molta facilità utilizzando la semplice carta abrasiva. Anche nei tagli è molto maneggevole, infatti, con un utensile diametro 6 mm e lungo anche 60 mm, si possono fare dei tagli in un’unica passata.
Apprezzata in campo artistico, ha raggiunto stima internazionale grazie all’artigianato locale che nel corso dei secoli ha prodotto la complessa architettura del Barocco leccese. Esempi significativi sono i fregi, i capitelli, i pinnacoli e i rosoni che decorano molti dei palazzi e delle chiese di Lecce, come ad esempio il palazzo dei Celestini e l’adiacente Chiesa di Santa Croce, la Chiesa di Santa Chiara e il Duomo o il celebre Convento degli Agostiniani di Melpignano (dove ogni anno si svolge il concerto finale della Notte della Taranta) realizzate – così come tutte le altre opere dell’intero Salento – non da rinomati artisti, ma da semplici e umili scalpellini, alcuni dei quali sono raffigurati proprio sulla facciata della Basilica di Santa Croce.
Attualmente, l’artigianato locale della pietra leccese produce souvenir e opere d’arte, arredi da giardino, bomboniere, componenti d’arredo e complementi per l’edilizia e l’architettura.
In basso raffigurate alcune realizzazioni eseguite su questo meravigliosa pietra.
Dal numero civico, allo stemma araldico, al premio teatrale, alla pergamena, all’insegna commerciale.